Da un anno circa nell'atelier dove Tommy lavoro è in corso la creazione di una scuola d'arte per artisti "Cervelli Ribelli". da questo autunno potremo tirare le somme del nostro primo progetto annuale "I nostri cervelli sono opere d'arte" e lanciare quello successivo "Un tuffo nell'arte dei Cervelli Ribelli". Contiamo che dietro al lavoro che sta facendo Tommy per affermare la sua visione del mondo possano crescere altri giovani artisti e si possa veramente costituire una corrente di espressione artistica "divergente".
E’ un anelito di libertà e una gioia di liberazione che vedo crescere ogni giorno con i miei occhi osservando mio figlio Tommy e i suoi “colleghi” che si producono nell’atelier di via Tommaso Gulli. Il racconto estetico tracciato da una mente divergente rispetto agli standard più condivisi porta alla luce una vera e propria dimensione nascosta degli oggetti e della realtà tangibile.
Non assistiamo a una distorsione “patologica” del reale mediamente percepito, quanto piuttosto all’indicazione di altre esistenze percorribili che la neurotipicità ha interdette. E’ un punto di vista opposto rispetto all’approccio Lombrosiano che definiva “Arte pazzesca” i reperti che raccoglieva nelle carceri e nei manicomi, solo per rafforzare le sue teorie sullo stigma indelebile della divergenza.
I nostri ragazzi ci indicano nuove possibilità di percepire il mondo che ci circonda, la loro visione ci insegna a percorrere le mille e mille possibilità di espressione che possiede in potenza ogni realtà che circoscrive il nostro colpo d’occhio, perennemente ingabbiato nel più banale standard visionario.
E’ sorprendente osservare come l’Outsider Art, sia stata quasi sempre riconosciuta postuma, Gustavo Giacosa fa notare. nell’introduzione al catalogo della mostra, quanto l’interesse diffuso unanime e quasi devozionale per l’arte riconosciuta universalmente come tale, ha relegato quasi sempre come manifestazione patologica, o al massimo curiosità morbosa per il pensare balzano, questa radicale espressione di ribellione a ogni canone o moda espressivi, che rappresenta l’arte degli emarginati, dei reietti, dei reclusi dalla società dei “normali”.